sabato 6 novembre 2010

La Madonna carbonara

Estratto:
Nel 1860, dopo che Garibaldi, il 7 settembre, si era insediato a Napoli, quale governatore dell’ex Regno delle Due Sicilie, il 10 ottobre, il tristemente noto generale borbonico Lagrange, aveva rioccupato Avezzano, scacciando i patrioti liberali, i quali, con alla testa il Sindaco Emanuele Lolli e il vicesindaco Avv. Vincenzo Cerri, cercarono rifugio verso l’Aquila. (1) I reazionari borbonici rimasti a spadroneggiare in città, organizzarono grandi festeggiamenti di ringraziamento alla Madonna di Pietraquaria, per aver consentito, con la Sua protezione Divina, il ritorno del Re Borbone. Fu eretto un catafalco in piazza, dove fu issata la statua della Madonna, e con un infinito girotondo “i reazionari e la plebaglia ubriachi” inneggiavano alla Madonna, a Francesco II, Re Santo.
Sconfitto Lagrange all’Aquila, il Generale dei piemontesi, Pinelli, arrivò ad Avezzano.
Ebbene mentre il Pinelli, in casa Mattei, riceveva e rincuorava i principali cittadini, si presentò per essere da lui introdotto, il prete don Antonio Del Rosso, al quale il Cerri, che si trovava in anticamera, domandò che cosa volesse dal generale.
--- Vorrei domandargli, disse il prete, il permesso di cantare il Te Deum in onore di Vittorio Emanuele intorno alla Statua della Madonna che sta in mezzo alla piazza.
--- Don Antò io ti consiglio di squagliarti ! Vuoi tu che il Generale non sappia per quale scopo è stato eretto quel simulacro ? Va, e fallo subito portar via !
Il prete ubbidì
Ma intanto il popolo, che tanto s’era persuaso della protezione divina che vegliava sui Borboni, non poteva spiegarsi come questa li avesse così ad un tratto abbandonati.
Quel re così buono e così santo, benedetto tanto dal papa e dai suoi dipendenti, nessuno peccato poteva aver commesso per alienarsi l’animo della Divinità.
La Madonna quindi non avrebbe dovuto permettere che tornassero i reprobi ( piemontesi ) a ristabilire il loro regno: ma, se l’aveva permesso, doveva esserci qualche altra ragione, qualche ragione occulta, che non a tutti era dato penetrare e che ardentemente si cercava.
E la ragione, a furia di cercare finalmente si trovò. Nei giorni scorsi un capitano della guardia nazionale, celebre carbonaro, era salito al santuario, aveva pregato lungamente, solo, ed era ripartito, lasciando una larga elemosina di cera.
Da quel giorno i destini del re Borbone, Francesco II, avevano cominciato a precipitare. Che cosa mai era successo ?

La Madonna si era fatta carbonara !

(1)
La rioccupazione borbonica durò alcune settimane per cui ai cittadini di Avezzano e della Marsica non fu possibile prende parte al plebiscito che univa l’ex Regno Delle Due Sicilie all’Italia, svoltosi il 21 ottobre 1870.

(da - Guido Jetti, insigne Magistrato Italiano Avezzanese da moltissime generazioni - FUCINO massoni e preti – Nuova Stampa –Avellino 1983, che riporta uno scritto di ELISEO GROSSI dal titolo : “ Una Madonna carbonara” pubblicato il 23 dicembre 1906 su L’Abruzzo Radicale)

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